Poco tempo dopo la morte di Padre Puglisi, un gruppo di giovani
che aveva seguito il sacerdote durante gli anni del suo impegno al
Centro Diocesano Vocazioni ha costruito la presente mostra.
Essa consta di otto pannelli e segue, attraverso scritti, preghiere
ed immagini, un preciso percorso vocazionale.
Seguendo ognuno dei pannelli, è possibile percorrere le diverse
tappe della mostra.
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Inizio
del cammino
8 gennaio 1984 : nell'ambito delle missioni popolari viene
inaugurata la mostra vocazionale itinerante - a cura del
Centro Vocazionale itinerante - "Sì, ma verso dove?". La
mostra, voluta fortemente da P. Puglisi insieme al Centro
Diocesano Vocazioni, viene visitata da più di 14000 persone
accompagnate, pannello per pannello, da operatori
appositamente formati.
Questo primo pannello prende le mosse da quell'evento da
quale ebbero origine i gruppi giovanili del CDV, guidati da
P. Puglisi e da Agostina Aiello, Assistente sociale
missionaria e collaboratrice di 3P per un periodo di 23
anni.
Partendo dal primo tassello di quella mostra itinerante,
vengono qui riproposte le foto di alcuni dei tantissimi
giovani visitatori insieme all'adesivo "Sì, ma verso dove?"
e ad una didascalia dell'inizio del cammino.
I campi vocazionali hanno avuto continuità dal 1984 dopo la
presenza in Diocesi della Mostra Vocazionale del C.V.I “Sì,
ma verso dove?”.
Dal 1984 ad ora sono stati realizzati 50 campi vocazionali
con la presenza di circa 2000 adolescenti e giovani.
Ogni campo è stato esperienza di : ascolto e riflessione,
preghiera, servizio reciproco, fraternità, nell’impegno
della ricerca del senso della propria vita.
Ogni anno i partecipanti ai campi venivano invitati a
costituirsi in gruppo vocazionale.
Il gruppo, per continuare durante l’anno il clima di ricerca
e condivisione del campo, si incontrava quindicinalmente per
un pomeriggio.
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Che senso dai alla tua
vita?
Al centro di questo secondo pannello c'è un grosso punto
interrogativo : "Che senso dai alla tua vita?". Tante sono
le risposte : ascolto, fraternità, riflessione, preghiera,
servizio. Durante il primo dei campi vocazionali, qui
descritto attraverso una rassegna di foto, i giovani
condividevano tutto per una decina di giorni. L'esperienza
di fraternità nel servizio valeva più di mille parole
sull'importanza di mettersi a servizio l'uno degli altri;
ogni giorno si pregava, si ascoltava, si viveva e si
rifletteva insieme.
Ogni campo era caratterizzato dallo sviluppo di un tema
vocazionale, preparato anche con la realizzazione di una
carpetta, dai giovani stessi.
Nel mezzo della settimana, poi, una tappa obbligata era la
scalata notturna che terminava con la recita delle lodi al
sorgere del sole.
Questa, sicuramente, è ancora oggi una delle esperienze più
indelebili per tutti noi. Tra le foto di questo pannello
spiccano alcune frasi di P. Puglisi :
“Non siete lontani dal Signore. Lui è vicino,
senz’altro, ma il Signore ama la libertà, la libertà di
coloro che ha voluto segno della sua presenza; non impone il
suo amore, non forza il cuore di ciascuno di noi; il cuore
di ciascuno ha i suoi tempi che neppure noi riusciamo a
comprendere; questo cuore penso che aprirà. Lui bussa, sta
alla porta e bussa e quando il cuore sarà pronto si aprirà e
il Signore allora porterà ancora sovrabbondante la Fede”.
“Noi siamo chiamati a scoprire i germi di bene che sono nel
mondo, svilupparli in noi e negli altri e farli
fruttificare, mettendo ovunque speranza”.
“Il clima di fraternità che si esprime nel servizio è gioia
ed ha il suo fondamento nella Parola del Signore che è stata
la guida di questi giorni”. |
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Chiamati
a seguire Gesù
"Gesù dice : - se il chicco di frumento non cade nella
terra e non marcisce rimane solo, cioè non dà frutto. Se,
invece, cade nel terreno e lì marcisce, diventa una spiga
che dà frutto. Da un chicco vengono fuori anche altri venti
chicchi di grano o anche di più, certe volte. Quindi abbiamo
che la logica del chicco di frumento è la logica della vita
vera, della vita di Gesù. Gesù ha portato molto frutto
quando è morto. Morendo sulla croce e risorgendo ha dato
come frutto la rigenerazione dell'umanità quindi, ecco, la
logica delle scelte che è una logica di impegno ma anche,
qualche volta, di sacrificio".
Padre Puglisi era profondamente innamorato di Cristo. Dedicò
parecchi campi allo studio della figura di Gesù e,
nell'approfondirne la conoscenza, instillava nei ragazzi la
sua passione e la sua sicurezza che Cristo sì, c'era stato
davvero e davvero era morto per ognuno di noi. Per molti dei
suoi giovani furono questi i momenti di maggiore
discernimento, alla ricerca di un senso da dare alla propria
esistenza. Dall'esperienza di amore di Dio per gli uomini,
discendeva immediatamente la consapevolezza di essere
chiamati a seguire Gesù, di essere personalmente interrogati
sul percorso scelto, di avere forte, dentro di sé, la
necessità di mettersi alla sequela del Cristo.
Lo spirito attraverso il quale guardare alla propria
vocazione era quello di S. Francesco e della sua Preghiera
Semplice.
"Chi vuol essere mio discepolo, prenda la sua croce ogni
giorno e mi segua. Può sembrare una cosa che atterrisce
prendere la croce per essere discepolo di Gesù, ma è proprio
questo, in questo senso, se noi vogliamo crescere; sarà
questa a logica della gioia se noi vogliamo crescere; se noi
vogliamo restare immaturi, allora rifiuteremo la logica
della croce, la logica del chicco di frumento. Chi vuole
crescere deve accogliere la logica del chicco di frumento".
Il tema del croce è pregnante nella vita di P. Puglisi ed è
costantemente associato al senso di gioia intima che deriva
dall'essere alla sequela di Cristo, imitatori del suo
modello di vita.
"Alziamo lo sguardo e il Signore è lì che ci aspetta
sorridente, si ferma e ci aspetta; ci prende per mano e ci
sollecita, ci dà la sua luce e la sua forza". |
Chiamati alla comunione con Dio
Niente meglio dello stare immersi nella natura poteva
rendere il senso della comunione con Dio. E questo 3P lo
sapeva bene, appassionato com'era dello stare tra gli
alberi, sulle montagne, a passeggio per i boschi.
Prima di portare noi giovani sui sentieri di montagna, P.
Puglisi effettuava da solo il percorso fino a conoscerlo
bene. La natura parlava,per 3P, la stessa lingua di Dio;
anzi, era l'espressione immediata dell'amore di Dio, nella
sua perfezione e nella sua bellezza. Riusciva sempre a farla
amare ed a suscitare in noi ragazzi la voglia di rimanere in
essa immersi, anche per pregare in modo efficace e profondo.
La comunione con Dio nasce proprio dal sentirsi in sintonia
con Lui, a partire dal sentirsi amati ed oggetti del Suo
Amore.
"La preghiera sgorga da questa considerazione : sentirsi
amati da Dio.
La preghiera vera è dialogo di amicizia, colloquio a tu per
tu con Dio che è Padre - Amico; essa nasce dalla scoperta di
essere oggetto dell'Amore infinito di Dio, di essere cioè
termine di questo Amore infinito di Dio che fin
dall'eternità ci ama".
"Nessuno può raggiungere Dio che è Amore se non vive
nell'Amore e in comunione con gli altri; nessuno può
salvarsi da solo.
Ciascuno di noi deve essere pronto a costruire Chiesa nei
vari ambienti in cui si trova a partire dal nucleo
familiare".
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Chiamati alla gioia
"L'amicizia è espressione di quella briciola di sacro,
di etico, di spirituale presente in ciascuno di noi ed è
proprio essa che ci permette di offrirci totalmente ad
un'altra persona senza barriere alla comunicazione e ci
permette di sentirci accolti così come siamo".
Padre Puglisi era spesso allegro. La sua non era certo
superficialità, anzi.
La sua certezza indiscutibile era che il cristiano doveva
essere allegro, felice, sempre sorridente. Egli era
portatore della buona notizia del Gesù Risorto, non poteva
essere triste. E, nella sua vita, tanta era anche la
capacità di mettersi in gioco e di scherzare, di usare il
linguaggio frivolo dei ragazzi per diventare sempre di più
loro compagno di strada; e, in questo, Padre Puglisi era
autenticamente sé stesso. Il suo sorriso era talmente
schietto e sincero da riuscire a coinvolgere tutti in una
risata di simpatia, trascinata più dalla sua fanciullesca
ilarità più che, a volte, dalla profondità della battuta in
sé.
Il suo humour, in alcuni casi, era freddamente inglese.
Ti fulminava con le sue battute secche, genuine, autentiche.
"La gioia è possibile.
Cristo è sempre nella gioia.
Il Vangelo di Luca ci riferisce che Gesù esultò nel suo
intimo perchè la sua Parola era stata compresa dagli umili,
dai poveri; gioisce nel suo cuore perchè sa che i nomi dei
suoi discepoli sono scritti nei cieli". |
"Per Cristo a tempo pieno"
Un orologio senza lancette e questa frase erano di grande
impatto per un giovane che si chiedeva cosa fare della
propria vita in una prospettiva di fede. Per questo P.
Puglisi prevedeva sempre alcune esperienze di servizio nel
percorso di maturazione all'interno dei gruppi giovanili :
in ospedale, in parrocchia, presso una comunità.
Era il modo concreto per rendere vera la parola detta,
raccontata, pregata. Era anche un modo per aiutare un
giovane ad orientarsi nelle diverse situazioni che nella
vita era possibile abbracciare per testimoniare la propria
fede.
"Chi serve deve donare con umiltà, condividere in
libertà, servire gratuitamente. L'aiuto reciproco genera
complementarietà.
Dobbiamo essere attenti alla fame materiale, alla fame
intellettuale, alla fame della Parola di Dio".
Nel pannello di fianco sono ricordati molti dei giovani che,
in età adulta, hanno perseverato in queste scelte di
servizio, trasformandole in professioni o vivendole come
impegno nel volontariato.
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Voi siete i miei testimoni
Al centro di questo ultimo pannello campeggia un grosso
"Sì".
Il percorso era iniziato con un "Sì, ma verso dove?". Il
"sì" persiste; il verso dove è testimoniato dalle foto che
ritraggono, un per una, non individui anonimi ma persone,
con nome e cognome, che hanno fatto della propria vita un
dono a Dio. Ci sono coppie di fidanzati e di sposi, ci sono
sacerdoti, suore e frati, ci sono persone che lavorano o che
hanno scelto un'altra forma di servizio. Ci sono giovani. In
ognuno di loro è riconoscibile un percorso di vita, segnato
da una scelta iniziale, da un "sì" consapevole che "il verso
dove" sarebbe stata la direzione dell'intera propria
esistenza.
Oggi, col senno di noi, il martirio di P. Puglisi è ancora
di più importante se letto in questa ottica vocazionale : la
sua proposta, che poi era quella di Dio per gli uomini, non
era solo per gli altri ma, principalmente, per sé.
In ogni giovane al quale 3P proponeva di testimoniare Cristo
nella propria vita c'era, insieme, lui stesso, compagno di
viaggio nella vita e non solo indicatore di un percorso da
fare in solitudine.
3P c'era insieme a noi e c'è oggi a maggior ragione, perchè
non si è tirato indietro nemmeno quando la paura poteva
irrigidire le gambe e costringere la mente a dire "no".
Egli, senza ombra di dubbio, è stato un testimone di Cristo,
fino alla fine.
“Venti, sessanta, cento anni... la vita. A che serve se
sbagliamo direzione? Ciò che importa è incontrare Cristo,
vivere come Lui, annunciare il suo amore che salva, portare
speranza e non dimenticare che tutti, ciascuno al proprio
posto, siamo i costruttori di un mondo nuovo.”.
Ciò che importa è impegnarsi, giorno dopo giorno,a costruire
il regno di Dio pagando di persona". |
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Nell'estate del 2006 l'Associazione ha curato
l'esposizione della mostra nella piazza della borgata marinara di
Mondello, a Palermo, in sinergia con la Parrocchia di San Girolamo
guidata da p. Francesco Machì.
Ecco alcune foto di quell'esperienza di testimonianza corale.